“A me la montagna sembra una grande balena che dorme…..ma se si sveglia…povera scuola di Rocchetta!”
ANGOLI SUGGESTIVI DELL'ALTA VAL BORBERA
Noi alunni della pluriclasse terza e quarta, alle prese col testo descrittivo, abbiamo messo in moto vista, olfatto e udito e ci siamo immersi nel nostro ambiente per cogliere gli aspetti più suggestivi dei paesi nei quali viviamo. Vi proponiamo alcune parti, per noi le più significative, del nostro lavoro.
MONGIARDINO
Castellaro di Mongiardino e' il mio piccolo paese immerso nel verde e nell'aria pulita.
Se mi affaccio alla finestra vedo una casetta di pietra anticamente abitata da un mio antenato, alla destra della quale c'è una panchina di legno e una piccola aiuola coltivata a fiori.
Poco più in là, circondata da un grande campo, domina una cascina.
Il campo degrada verso la strada asfaltata ed assume diversi aspetti nelle varie stagioni.
Ora è coperto da erba tenera, ma qua e là ci sono blocchi di neve ghiacciata.
In lontananza si ergono rilievi coperti da una ricca vegetazione.
Attraverso i rami spogli, i raggi del sole sembrano aghi infuocati.
Regna il silenzio, interrotto talvolta dal muggito delle mie mucche, al quale risponde il canto del gallo e il gracchiare delle cornacchie.
Di notte, in lontananza, ho sentito qualche volta l' ululato del lupo.
Margherita Gogna
PAGLIARO
Pagliaro è il paese in cui sono venuti ad abitare i miei genitori dall' India.
Si trova alla stessa altezza del torrente Sisola, un affluente del Borbera.
Osservando il mio paese dal torrente, si notano case alte e basse, tutte con tetti a punta. Ci sono anche cascine e stalle abbandonate.
A destra di Pagliaro si erge la chiesa dedicata a San Bernardo.
Ci vive poca gente, ma in estate il paese si anima e, il giorno della festa patronale, c'è anche la lotteria.
Derk Sing
IL BOSCO DELLE MOGLIE
Lasciata la strada asfaltata a Roccaforte, scendiamo lungo una sterrata.
I giochi per bambini attirano la nostra attenzione, ma proseguiamo e ci addentriamo nel bosco.
All'improvviso si apre davanti a noi una radura circondata da castagni maestosi.
Al centro, un piano di cemento ci fa capire che a volte si festeggia.
La festa più importante cade l'11 agosto, proprio il giorno del mio compleanno! La bellezza del bosco delle Moglie attira numerose persone che si divertono a cucinare, ascoltare musica e partecipare a giochi.
Ci giunge il profumo di corteccia che sa di natura selvaggia, l'olezzo dei narcisi che sa di estate in arrivo.
CABELLA VISTA DAL PALAZZO DORIA
Io vivo nell'antico palazzo Doria che domina sul paese di Cabella. Da quassù vedo, in maniera distinta, file di case dai tetti nuovi e vecchi, che si affacciano sulla grande piazza. Sul paese veglia il campanile della chiesa: è talmente vicino che scorgo le sue campane color nero arrugginito. Gli fa compagnia la statua del milite, che punta il pugnale verso il cielo. E' il monumento del paese che si trova nei giardini ricchi di platani e panchine. Segna il confine di questo grazioso paese il torrente Borbera, attraversato da un lungo ponte che posso notare alla mia destra. Alla mia sinistra domina la natura:alberi spogli e verdi, campi, orti e sentieri. C'è molto silenzio, ma dalla piazza arrivano le urla dei bambini che giocano a calcio o vanno in bici.
Camilla Peara
I GIARDINI DI CABELLA
Io abito a Cantalupo ma vado sempre a giocare nei giardini di Cabella , il capoluogo dell' Alta Val Borbera. Qui ci sono divertimenti per bambini di ogni età, ci sono due campi da calcio vicino ai giardini, verso il torrente.
Tra questi si stende anche la piscina dove è fantastico trascorrere l' estate.
In ogni stagione si avverte un buon profumo d'aria fresca e di pane appena sfornato. E' un posto davvero accogliente
Federico Vella
SELVAGNASSI
Selvagnassi, piccola frazione di Cabella, è un paesino molto antico dove predomina una vegetazione quasi selvaggia.
Molte case, ormai diroccate, sono state abbandonate, ma altre sono state ristrutturate o appena costruite.
Lì abitano le mie zie e da casa loro posso godere la vista di un paesaggio incantevole.
Poco distante si erge il palazzo Doria e, dietro alle mie spalle, corrono gli Appennini Liguri col Mont' Ebro dominante.
In direzione Nord, se il tempo è bello, posso godere la vista delle Alpi che sembrano soffici nuvole.
Se aspiro l'ossigeno, avverto il profumo di vegetazione che cambia da una stagione all'altra.
In autunno sa di frutta, di mele “carle”, tutte da gustare, di more selvatiche e di fichi viola.
TEO
Teo è un paese magnifico, a 700 metri sul livello del mare. Bisogna inerpicarsi per una lunga salita per giungere alla chiesetta di S.Bernardo. Dietro a questa si trova l'antica fontana, nella quale un tempo le donne lavavano il bucato e il bestiame si abbeverava . Più avanti la strada si divide e, al culmine di quella in salita , c'è l'abitazione di mia nonna. Lì trascorro gran parte del mio tempo libero; lì respiro un' aria che sa di terra umida, di erba fresca, di orti coltivati ; da lì osservo il resto del paese fatto di case di pietra , piccoli portici , piccole aie. Poco più avanti c'è un'area adibita a “parco giochi” con ben due altalene. Io sono solito sporgermi alla rete che la delimita, perchè posso osservare la “ valle “ . Seguo con lo sguardo tutto il percorso del Borbera fino alle Strette e laggiù, nelle sue sere estive, godo lo spettacolo del tramonto del sole .
Gabriele Demergasso
COSOLA
Ho trascorso alcune giornate estive a Cosola per seguire un corso di inglese, precisamente sono stata alle Aie, piccolo borgo che mi è rimasto molto impresso.
Stradine in pietra di fiume si inerpicano tra vecchie case.
Qui un tempo c' era la scuola, ora adibita a ritrovo estivo.
Poco sotto una fontanella d'acqua gorgogliante rallegra i viandanti.
Io mi accostavo alla ringhiera e guardavo la valle chiudersi fra alte montagne; da un lato una stradina sterrata porta ad un boschetto dove la pace è totale. Ricordo il profumo che emanavano i fiori e il fieno appena tagliato. Si diffondeva ovunque, anche nelle stanze dove imparavo l'inglese.
Margherita Spinetta
CAMPASSI
E' un paese molto piccolo ai piedi del Monte Antola. E' difficile raggiungerlo, tanto è chiuso tra i monti.
Per prima cosa si scorge la punta del campanile della chiesa, tra il verde dei boschi.
Davanti alla chiesa c' è un piazzale, dove si festeggia la Madonna Assunta in cielo.
Campassi è fatto di poche case poste su una salita, c'è però un prato piano nel quale si può giocare a pallone senza correre nel pericolo che questo vada a finire laggiù nel torrente Campassina.
Edoardo Boggeri
PAESI SCOMPARSI.
AVI
Se in Val Borbera c'è un luogo molto suggestivo, questo è il paese di Avi.
Avi si trova lungo le strette (la strada che da Pertuso va verso Persi ), nascosto in un angolo sulle montagne; ovviamente è isolato.
Ciò lo rende molto affascinante e, nello stesso tempo, terribile.
Soprattutto suscita la curiosità di chi come me, ne ha solo sentito parlare.
Quando ancora era abitato non c' era l'elettricità.
La gente si scaldava con stufe a legna o con una piccola stalla sottostante di due animali al massimo, magari capre che mandavano un po' di calore. L'acqua proveniva da un pozzo.
Era insomma una vita rozza che non ha trovato modo di migliorare, perchè gli abitanti l'hanno abbandonato da un secolo.
Per questo del paese è rimasto poco.
Mio papà mi ha raccontato di esserci stato e d'aver visto una chiesetta ma non il cimitero.
Probabilmente i morti venivano sepolti in paesi vicini.
Quel che resta di questo paese è ben poco, ma dentro alle case si potevano trovare oggetti vari: ferri di cavallo, cartoline, qualche calendario.
Purtroppo quel poco è stato portato via da qualche turista curioso.
Probabilmente il paese di Avi è stato costruito da un disertore dell'esercito austriaco o francese che non voleva essere trovato facilmente.
Il luogo mi affascina, ho deciso: scarponi ai piedi, questa primavera ci andrò con mio padre.
RENEUZZI
C'è una zona molto suggestiva in Alta Val Borbera,quasi al confine con la provincia di Genova: sopra i paesi di Vegni e Campassi ci sono, immersi nel verde profondo, i paesi disabitati di Casoni, Ferrazza e Reneuzzi.
Questi tre paesi, dai quali si vede vicina la vetta del monte Antola, sono stati abbandonati nella prima metà degli anni sessanta, sicuramente perchè viverci era molto difficile, senza energia elettrica e senza acqua corrente nelle case.
Si tratta comunque di una zona molto bella, ricca di faggi e di castagni, alla fine dei quali, salendo, si arriva sul crinale erboso che porta al monte Antola, dal quale si può godere di una vista meravigliosa.
Reneuzzi sembra essere il più grande dei tre paesi disabitati, infatti c' erano anche la chiesa ed il cimitero.
Il suo nome, dal suono così strano, potrebbe risalire al diciottesimo secolo, quando possibili disertori lì si sono rifugiati e lì hanno vissuto.
Mio padre, che lo ha visitato alcune volte, mi ha trasmesso una grande curiosità e vorrei tanto provare la sua stessa emozione nell'esplorare quel nucleo di case ormai diroccate e deserte. Esiste ancora il cimitero con molte tombe di persone giovani, che riportano alla memoria un fatto grave accaduto quasi cinquant' anni fa, quando un giovane uccise la sua fidanzata e, nel pentirsi, si uccise .
Matteo Tosonotti